corona-covid
15.04.2020

Esiste una correlazione tra stato di nutrizione e maggiore suscettibilità al Covid 19?

Per i medici del Policlinico San Matteo di Pavia pare di si.

Il dott. Caccialanza , direttore Uoc di Dietetica e Nutrizione clinica al san Matteo ha messo a punto un protocollo di tipo pratico che è stato pubblicato recentemente su Nature.

Il protocollo è nato dall’osservazione che molti dei pazienti ricoverati per Covid 19 avevano un BMI  elevato (da 26kg/m2 in su), erano quindi in sovrappeso. Anche se può sembrare paradossale la condizione di sovrappeso è spesso legata ad uno stato di malnutrizione che crea livelli infiammatori elevati. Per questo al san Matteo hanno osservato che subito dopo il ricovero questi pazienti sviluppano una reazione infiammatoria molto severa che influisce sulle complicanze e sulla prognosi. L’infiammazione determina poi anorressia: il paziente riduce l’introduzione di cibo  e sviluppa insufficienza respiratoria che a sua volta compromette la capacità di alimentarsi.

Molti pazienti Covid soffrono di patologie correlate al metabolismo e allo stile di vita (alimentazione e movimento in primis): diabete, dislipidemia e resistenza insulinica.

L’intervento dei medici è stato quello di somministrare una alimentazione ricca in calorie facilmente digeribili . Si è posta l’attenzione anche alla somministrazione di proteine del siero del latte poiché queste non solo aiutano a ricostruire il tessuto muscolare , fondamentale nella prognosi della malattia ma pure hanno proprietà antiinfiammatorie e immunomodulatorie. Si è provveduto inoltre a somministrare antiossidanti, multivitaminidci e vit D-25OH. Si è  notato infatti che molti pazienti Covid 19 sono molto carenti di questa vitamina che ha  proprietà immunologiche rilevanti.

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